L’etimologia della parola Vulnologia deriva dal latino “vulnus” e significa, appunto, ferita. Indica quella branca della medicina che si occupa delle lesioni cutanee che hanno una lenta guarigione, le così dette ulcere cutanee croniche di cui, in Italia soffrono circa 2 milioni di persone, in particolare anziani, ma si contano anche 30 mila bambini.
L’origine varia, così come le cause. Le più comuni sono vascolari (venose e arteriose), da pressione (le cosiddette ulcere da decubito), diabetiche (piede diabetico), post-chirurgiche, post-traumatiche e da ustione. Esistono malattie autoimmunitarie, infettive, metaboliche, neoplastiche, solo per citarne alcune, che ne possono determinare l’insorgenza.
A causa del progressivo e inesorabile invecchiamento della popolazione e della crescente incidenza di patologie croniche, la Lesione Cutanea Cronica (LCC) rappresenta oggi un problema sempre più sentito dai sistemi sanitari nazionali che nei paesi della Comunità Europea e negli Stati Uniti arrivano a destinare risorse che possono raggiungere il 2-5% della spesa sanitaria complessiva.
Riconoscere l’eziopatogenesi è il primo passo per intraprendere un percorso di cura appropriato. La visita specialistica vulnologica è rivolta ai soggetti che presentano “lesioni dermopatiche” da problematiche legate a patologie diabetologiche, angiologiche e vascolari (edemi, ulcere cutanee, piaghe flebolinfedemi).
La raccolta di una puntuale anamnesi ed una accurata valutazione clinica sono il primo passo verso la cura e la guarigione delle lesioni attraverso una programmazione personalizzata di un percorso mirato alla soluzione della problematica cutanea.