L’iperlordosi lombare rappresenta un eccessivo aumento della curva lordotica lombare e può essere associato ad altre alterazioni posturali. È possibile distinguere l’iperlordosi lombare come paramorfismo o come dismorfismo. Un paramorfismo è un atteggiamento, ossia un’alterazione posturale correggibile passivamente o attivamente dall’individuo dandogli un feedback esterno mentre un dismorfismo è un’alterazione posturale ormai strutturata che quindi non può essere corretta passivamente o attivamente, come può essere quella causata da un crollo vertebrale o tipicamente negli anziani dalla calcificazione del rachide in un certo tipo di posizione.
L’aumento della curva del rachide lombare deriva da una rotazione anteriore del bacino, il cosiddetto tilt anteriore o antiversione. Con il bacino in posizione neutra la curva lombare è in posizione fisiologica, con questo tipo di atteggiamento in antiversione, invece, aumenta l’angolo lombo-sacrale (l’angolo che il bordo superiore del corpo della prima vertebra sacrale fa con l’orizzontale, che nella miglior condizione è 30°) ed aumenta quindi la curvatura a livello lombare. Non solo, può essere compensata a livello superiore con un aumento della curva cifotica dorsale e successivamente a livello del tratto cervicale e cervicale-alto.
Le principali cause di iperlordosi lombare sono infatti:
- l’accorciamento dei muscoli flessori d’anca, in particolare di ileopsoas, retto femorale e del comparto adduttorio, in misura minore anche del tensore della fascia lata;
- Accorciamento dei muscoli estensori lombari, ossia gli erettori della colonna vertebrale ed il quadrato dei lombi;
- Riduzione del tono e del controllo motorio a livello dei muscoli del core addominale, soprattutto al retto addominale, gli obliqui interni ed esterni ed il trasverso dell’addome.
L’iperlordosi lombare, che abbiamo visto essere primaria nelle alterazioni posturali, viene poi compensata in diversi modi, in base a vari parametri fra cui sicuramente il corredo genetico, in tutto il corpo. Queste compensazioni altro non sono che “forzature” che il nostro cervello, tramite il sistema tonico posturale, è costretto a chiedere a muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari, articolazioni, nervi, organi ecc., al fine di ottenere una postura il più possibile stabile su un terreno a noi non congeniale.