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IL PIEDE DIABETICO

IL PIEDE DIABETICO

Con il termine “Piede Diabetico” si indica una particolare e purtroppo frequente complicanza del diabete, che può colpire i piedi, realizzando un insieme di lesioni, talora anche molto gravi, che possono addirittura essere capaci di determinare cancrena fino a portare all’amputazione. L’entità del problema è rilevante, se si considera che al mondo è stimata la presenza di oltre 150 milioni di diabetici, destinati approssimativamente per il 15% dei casi a sviluppare nel corso della vita una lesione del piede; di questi una percentuale ancora troppo elevata va incontro ad interventi chirurgici demolitivi, ossia ad amputazioni minori (parte del piede) e maggiori (gamba – coscia).

Si stima che tali amputazioni potrebbero essere sensibilmente ridotte (fino al 50%) se si mettessero in atto misure di prevenzione, che consistono nell’educazione del diabetico alla semplice cura dei suoi piedi e nello screening dei fattori di rischio del piede diabetico, ossia nell’identificazione, da parte dei medici (in particolare Diabetologi) e dei podologi dei soggetti a rischio di lesioni.S e si pensa alle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stimato in oltre 300 milioni il numero di diabetici nel 2025 rispetto ai 120 milioni calcolati nel 1996 si può facilmente immaginare quale dimensione assuma questo problema: stime di questa patologia dicono infatti che circa il 15% dei diabetici andrà incontro nella vita a un’ulcera del piede che richiederà cure mediche. Il problema più rilevante legato ad un’ulcera del piede nei diabetici è il rischio di una amputazione maggiore, ossia effettuata sopra la caviglia; pur rappresentando la popolazione diabetica all’incirca il 3% della popolazione generale, più del 50% di tutte le amputazioni maggiori riguardano proprio i diabetici. Ma il fatto che più deve far riflettere è il seguente: su 100 diabetici amputati circa 84 hanno avuto come causa dell’amputazione un’ulcera del piede aggravatasi nel tempo. E’ evidente quindi che se si vuole ridurre il numero delle amputazioni è necessario migliorare la capacità di curare efficacemente e precocemente l’ulcera; per raggiungere questo obbiettivo è necessario disporre di protocolli diagnostici e terapeutici efficaci e di tutte le professionalità necessarie. Come per tutte le complicanze, la causa fondamentale è un diabete che per molto tempo non è stato adeguatamente controllato, ma alcuni fattori possono aumentare il rischio: quali il fumo, la scarsa igiene, malformazioni dei piedi e la durata della malattia. Il piede diabetico nasce dall’insieme di due complicanze (la neuropatia e la vasculopatia) e di un evento esterno. La neuropatia diabetica riduce la sensibilità del piede nascondendo al paziente eventuali iniziali lesioni, mentre la vasculopatia, cioè il grave deterioramento dei vasi sanguigni che fa seguito principalmente all’iperglicemia, riduce il flusso di sangue e quindi il nutrimento dei tessuti del piede. Essendo parzialmente insensibile, il paziente rischia di non accorgersi di piccole lesioni: tagli, graffi o abrasioni, che, in mancanza di attente cure, producono infezioni. I vasi sanguigni sono ostruiti e non possono portare ai tessuti minacciati dall’infezione l’ossigeno e gli anticorpi di cui hanno bisogno; l’infezione guadagna così terreno facendo morire i tessuti che trova sul suo cammino. In presenza di una infezione, la cura di un piede diabetico è una operazione estremamente complessa, infatti, se non si interviene subito può anche risultare impossibile contrastare la progressione del danno e in casi non rari diviene necessario, per salvare la vita del paziente, procedere all’amputazione del piede; il rischio quindi è notevole. Chi inizia ad avere segni di neuropatia e/o di vasculopatia periferica deve attuare un primo livello di prevenzione: in generale deve migliorare l’equilibrio glicemico (naturalmente con l’aiuto del Diabetologo) e smettere immediatamente di fumare. Nella maggioranza dei casi un buon controllo della malattia diabetica, per intendersi una emoglobina glicata inferiore al 7%, riduce significativamente l’insorgenza del piede diabetico. Chi inizia ad avere insensibilità e segni di vasculopatia deve “pensare con i piedi” e cioè dare la massima importanza al benessere del piede. I piedi dovranno essere controllati attentamente (sopra e sotto) ogni giorno, per evidenziare allo stato iniziale eventuali arrossamenti, callosità, cute secca, fissurazioni, alterazioni delle unghie, deformità, piccole ferite, sanguinamenti e quant’altro sia anormale, tenendo presente che l’assenza di dolore può non significare nulla. I piedi dovranno essere lavati almeno 1 volta al giorno con acqua tiepida e saponi neutri e asciugati dolcemente, senza strofinarli; le unghie dovranno essere tagliate con grande attenzione senza ferire la pelle. Se il paziente non è nelle condizioni di poter assolvere personalmente a questi compiti deve farsi aiutare da un professionista espero e qualificato “il podologo”. Da Sottolineare che mai a nessun patto il paziente dovrà camminare a piedi nudi o senza calze. La persona che ha già segni di piede diabetico dovrà “investire” in scarpe di cuoio morbido, comode e prive di cuciture all’interno, cercando di cambiarle frequentemente per alternare i punti di contatto dei piedi. Se, nonostante queste attenzioni, il piede “a rischio” risulta lesionato occorre avvertire Podologo.

Ogni pur piccola iniziale lesione, deve essere sottoposta all’attenzione dello specialista, poiché è possibile ricorrere a plantari specifici, a calzature speciali, al blocco o allo scarico dell’arto e a medicazioni particolari, capaci di recuperare situazioni apparentemente tragiche. Il piede diabetico è una delle complicanze più gravi e più frequenti, ma si può fare molto per evitarne l’insorgenza o bloccarne la successiva evoluzione. L’identificazione dei fattori di rischio del piede diabetico mediante lo screening che noi eseguiamo, permette di inquadrare in modo semplice, rapido e poco costoso i nostri pazienti. Ciò consente di determinare l’eventuale presenza di neuropatia e/o arteriopatia diabetica, anche in assenza di lesioni, e di mettere in atto misure preventive, curative e diagnostico/terapeutiche. In caso di lesione ulcerativa è molto importante un accurato “debridement” podologico della lesione, cioè una accurata pulizia del tessuto cheratolitico e non vitale che soffoca e limita un normale rigenerazione tissutale rallentandone la guarigione. Il “Dottore” Podologo qualificato e specializzato in “Piede Diabetico” attuerà tutta una serie di esami elettronici e realizzerà una scrupolosa terapia ortesica plantare o siliconica al fine di migliorare la biomeccanica e l’appoggio podalico oltre che eventuali deficit posturali; questo permetterà di ridurre le percentuali di richio ulcerativo migliorando la qualità della vita.

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