L’artrosi di caviglia è una patologia cronica, che, analogamente alla coxartosi e alla gonartrosi colpisce l’articolazione in modo degenerativo. E’ causata infatti dalla progressiva riduzione del tessuto cartilagineo, che riveste i capi articolari. La cartilagine si riduce fino ad esporre l’osso sottostante. A sua volta l’osso reagisce all’attrito addensandosi e producendo delle escrescenze periferiche appuntite: gli osteofiti.
Come l’artrosi dell’anca, anche l’artrosi della caviglia conduce ad una disabilità crescente nel giro di pochi anni per lo sviluppo di dolore e limitazione funzionale progressiva dell’escursione articolare.
Solitamente l’artrosi è una malattia tipica dell’età avanzata, che origina da una patologia precedente o a causa ignota (artrosi dell’anca e del ginocchio). Nel caso dell’artrosi della caviglia, invece, l’origine è in gran parte post-traumatica, quindi può colpire anche pazienti giovani.
Si verifica normalmente in seguito a fratture con coinvolgimento dei capi articolari (fratture articolari dell’astragalo e della tibia e perone distali) o con guarigioni in cui viene alterato l’asse meccanico dell’articolazione (fratture scomposte della tibia e del perone).
Ma come si sviluppa l’artosi? L’artrosi si sviluppa partendo dalle cartilagini ialine (quelle prive di fibre elastiche), le quali iniziano a diventare più sottili e ad essere intaccate da fessure. Il primo risultato di questo peggioramento delle condizioni cartilaginee è un problema di attrito, soprattutto durante i movimenti, da cui deriva una fastidiosa infiammazione. L’infiammazione tende a cronicizzarsi (soprattutto negli atleti, che sfruttano l’articolazione in modo intenso) ed a provocare un dolore sempre più acuto a mano a mano che la cronicizzazione peggiora.
Va ricordato che l’artrosi della caviglia ha un’incidenza decisamente minore rispetto a quella del ginocchio o dell’anca. Si tratta di una patologia che interessa le persone mature (oltre i 65 anni) e in particolar modo gli anziani (over 70 ed over 80).
Cosa provoca l’artrosi della caviglia? I fattori sono numerosi e spesso, coesistendo, agiscono in una sorta di “perversa sinergia”.
I più importanti sono:
-Precedenti traumi della caviglia, quali distorsioni, lacerazioni e contusioni.
-Ereditarietà: provate a fare un rapido sondaggio familiare: se i vostri genitori, nonni o zii hanno sofferto di questa malattia è (purtroppo) probabile che capiti anche a voi. Ovviamente non c’è nulla di certo, ma una predisposizione genetica rende sicuramente consigliabile dei controlli accurati.
-Patologie a base autoimmune: queste patologie provocano una notevole infiammazione articolare, la quale a sua volta rende più probabile lo sviluppo dell’artrosi. Pensiamo ad esempio all’artrite reumatoide: lo sfortunato o la sfortunata che ne soffre potrebbe essere “condannata” anche a soffrire di artrosi alla caviglia. Anche in questo caso è d’obbligo effettuare degli utili controlli preventivi.
-Stato di obesità o sovrappeso: va da sé che la caviglia, già normalmente molto sollecitata da un peso nella norma, soffre particolarmente quando il peso che deve sostenere è il 20-30% in più di quello di una persona in piena forma. Cercate quindi di dimagrire: le vostre caviglie vi ringrazieranno e la vostra salute non potrà che avvantaggiarsene!
-Sport “estremi”: in questo caso il termine “estremo” non indica il tipo di sport, quanto piuttosto il modo in cui lo si pratica. Non stiamo perciò parlando di parapendio o alpinismo, quanto di attività “normali” quali il calcetto o la pallacanestro. Se queste attività vengono eseguite molto spesso, su terreni sconnessi e (soprattutto) con un’attrezzatura inadatta, il risultato potrebbe essere un’attività eccessivamente usurante per le caviglie.
Risulta, pertanto, necessario sottoporsi periodicamente a delle visite specialistiche podologiche e posturali al fine di prevenire tale problematica ed al fine di evitare il progredirsi della patologia laddove già presente.