La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale conosciuta e studiata fin dall’antichità. Già nel 300 a.C Ippocrate, dopo aver classificato le varie deformità angolari della colonna vertebrale, ideò una serie di strumenti per ridurre queste anomalie. Tra questi mezzi spicca il cosiddetto letto di trazione, rappresentato in figura, il cui principio di funzionamento viene ancora oggi utilizzato.Il nome scoliosi deriva dal termine greco skolíosis ‘incurvamento’, che a sua volta deriva da skolíos ‘curvo’.
La scoliosi è una patologia irreversibile della colonna vertebrale. Essa è caratterizzata da una deviazione sul piano frontale (ovvero in senso latero-laterale), detta deviazione costringe le vertebre a una inclinazione laterale facendo sì che l’asse di gravità sia spostato verso il lato della concavità, si ha così una rotazione compensativa dal lato opposto nel tentativo di riportare la gravità al centro, inoltre questa rotazione è causa di un’asimmetria costale e conseguente deformazione della gabbia toracica, detta deformazione è nota come gibbo costale.
Si formano una o più curve che alterano aspetto e funzione della colonna e del tronco (curve strutturate o primitive). I sistemi di equilibrio (S.N.C.) portano alla formazione di curve di compenso così che il cranio sia centrato sul bacino e sul perimetro di appoggio.
Se non vi è rotazione dei corpi vertebrali non si può parlare di scoliosi e l’anomalia prende il nome di paramorfismo. Tale condizione tende alla risoluzione spontanea durante l’accrescimento e non necessita di trattamenti particolari eccetto terapie fisiche adeguate e sport. Il termine paramorfismo o atteggiamento scoliotico può quindi indicare semplicemente un atteggiamento posturale scorretto.